Hack4Future 2025 – Hack the Climate Change - Sicily, conclusa a Messina la seconda edizione dell’hackathon interuniversitario dedicato ai cambiamenti climatici

Image
Hack4Future 2025 – Hack the Climate Change - Sicily, conclusa a Messina la seconda edizione dell’hackathon interuniversitario dedicato ai cambiamenti climatici
Paragrafo

 

Si è conclusa ieri, presso l’Università di Messina, la seconda edizione di Hack4Future 2025 – Hack the Climate Change - Sicily, l’hackathon regionale promosso da Open Data Playground in collaborazione con gli Atenei di Messina, Catania e Palermo, con il supporto tecnico di Palantir e la partnership di Fourth Age, ZeroCO2 e Open Search Network. L’evento ha coinvolto oltre 80 studenti universitari, organizzati in team multidisciplinari, nella progettazione di soluzioni data-driven per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico in Sicilia, con particolare attenzione alla gestione sostenibile delle risorse idriche. 

Durante la giornata finale ospitata -nel pomeriggio di mercoledì 21 maggio - nell’Aula Magna del Dipartimento MIFT al Polo Papardo i team finalisti (Arancini, AttackOnData, GRIM, Noise Enhanced Students, Spieir) hanno presentato i propri progetti davanti a una giuria composta da professori, esperti scientifici e rappresentanti istituzionali e ad una ampia platea di studenti, esperti ed amatori. Le soluzioni proposte hanno affrontato tematiche come la previsione della disponibilità idrica negli invasi, l’analisi delle precipitazioni e l’integrazione di modelli climatici con dati geospaziali e ambientali. Il Team Arancini, composto da Aimeerim Turatbekova, Elina Karimova e Madizhan Islambek, studenti dell’Università di Messina, si è aggiudicato il primo posto grazie a un modello predittivo sviluppato con tecniche di machine learning e PCA, in grado di stimare un calo del 27% delle precipitazioni in Sicilia entro il 2050. Il progetto ha convinto la giuria per rigore scientifico, utilizzo avanzato della piattaforma Palantir Foundry e potenziale impatto operativo sulle strategie di gestione idrica. Piazza d’onore, nell’ordine, per i team Noise Enhanced Students, composto da Alessandro Catalano, Gabriele La Milia e Gabriele Lo Cascio, studenti dell’Università di Catania (Catalano) e di Palermo, GRIM, composto da Mahgol Balazadeh, Parham Kasiri, e SeyedAmin Ghazizadeh studenti dell’Università di Messina, e SPIRIT composto da Mohamed Sherif, Mohamed Ibrahim Ahmed, Nasywa Azzahra e Rizqi Ramadhani, studenti dell’Università di Messina. 

Oltre alla componente competitiva, Hack4Future ha previsto un intenso percorso formativo: durante il mese di aprile tutti i partecipanti hanno seguito un programma di training tecnico su Palantir Foundry, affrontando tematiche di Data Engineering, Data Science e Data Analysis con il supporto di mentor e tutor specializzati. La direzione scientifica dell’evento è stata affidata ai professori Salvatore Distefano (UniMe), Roberto Pirrone (UniPa) e Orazio Tomarchio (UniCT), con il supporto scientifico di numerosi colleghi (Maurizio Giacobbe, Giuseppe Tricomi, Giuseppe Aronica – UniMe, Giovanni Cicceri, Antonio Francipane, Valerio Noto – UniPa, Giovanni Bellitto – UniCT) esperti regionali (Luigi Pasotti – Regione Sicilia, SIAS) e stakeholder pubblici e privati. «Eventi come Hack4Future – ha commentato Aldo Razzino, founder di Open Data Playground – sono fondamentali per mettere in contatto gli studenti con le sfide reali del territorio. Dati, tecnologia e collaborazione tra giovani talenti sono gli ingredienti chiave per affrontare le transizioni ecologica e digitale». «Siamo soddisfatti dell’esito di Hack4Future e speriamo di poter organizzare una nuova edizione nel 2026, possibilmente con un maggiore supporto delle Istituzioni e coinvolgimento degli studenti» ha aggiunto Salvatore Distefano. L’obiettivo per il futuro è quello di rendere Hack4Future un appuntamento fisso nel calendario dell’innovazione siciliana, capace di generare impatto concreto e opportunità per gli studenti e per l’intero ecosistema territoriale.