Seminario "Urbanocene"

Il 20 e 21 maggio, rispettivamente a partire dalle ore 9 e dalle ore 9.30, l'Aula Cannizzaro dell'Università di Messina ospiterà un incontro dal titolo "Urbanocene", seminario permanente di Ontologia e Fenomenologia dell'Abitare.

L'iniziativa, giunta alla quinta edizione, si è consolidata nel tempo come momento di incontro e di riflessione dal carattere interdisciplinare, coinvolgendo studiosi con profili di ricerca diversi, ma accomunati da un interesse: «comprendere i modi e le condizioni di possibilità in cui si svolge lo “stare al mondo” dell’umano; riflettere sulla costitutiva relazione degli esseri umani ai luoghi, per offrire anche scenari a partire dai quali configurare forme dell’abitare che si assumano il compito di custodire e promuovere i luoghi e "gli altri", umani e non umani, che li abitano» (C. Danai 2017). Il seminario è stato organizzato da Giovanna Costanzo (Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, Università degli Studi di Messina), Carla Danani e Sergio Labate (Università di Macerata), Virgilio Cesarone (Università degli Studi Gabriele D’Annunzio), Maria Teresa Giammetti (Università di Napoli “Federico II”) e Fabio Sulpizio (Università del Salento).

Da qualche decennio è ormai diventato ricorrente l'utilizzo del termine Antropocene per indicare l'inizio di un'era geologica determinata dalle trasformazioni sostanziali dell'ambiente terrestre provocato dall'attività umana. A prescindere dall'adeguatezza di questo termine, che è messa in discussione da molti geologi e specialisti, ciò che emerge è l'avvento e il dominio della forma città - avvenuto a partire dalla rivoluzione industriale – in grado di provocare una trasformazione effettiva, soprattutto a causa della sempre maggiore necessità di energia. L'utilizzo dell'energia operato a partire dalle città della rivoluzione industriale fino alle odierne megalopoli si è accresciuto in maniera così esponenziale da diventare nel corso del tempo sempre più insostenibile. È anche per arginare questa crescita insostenibile che emergono ultimamente proposte di ottimizzazione tecnologica che usano la parola d'ordine della costruzione di città smart. L'altro futuro auspicato è quello della ibridizzazione della città, portando dentro ciò che prima era fuori, abbattendo le proprie mura e quelli che erano i confini di separazione con la cosiddetta "natura". Urbanocene, ovvero una messa in forma della società in città che può lentamente portare alla distruzione ma di cui non riusciamo a fare a meno, perché senza la forma della città anche la società tornerebbe senza determinazione e senza forma.